Un classico al mese: Aprile

Posted by Miss Cici on venerdì 10 maggio 2013. Filed under:


So che sono in ritardo.
E mi sento in colpa, sappiatelo.
Ma ora mi sono messa d'impegno e intendo leggere entro Dicembre 2013 ben 12 classici come promesso mesi or sono.
Abbiate fiducia.

"Il grande Gatsby" Francis Scott Fitzgerald
Allora, io ve lo dico subito, voi non potete immaginare quanto io desideri potervi dire che a me "Il grande Gatsby" è piaciuto da matti.
Io ve lo giuro che ho iniziato a leggerlo pregustando già una recensione adorante in cui vi avrei raccontato come mi fossi stracciata le vesti dall'emozione pagina dopo pagina.
Ma io non riesco a mentire.
E, quindi, devo confessare che a me "Il grande Gatsby" ha fatto l'effetto di un bicchiere di acqua tonica durante un aperitivo: non mi fa accaponare la pelle dal disgusto, ma la prossima volta ordinerò un Martini rosso.
Ma sentitevi pur liberi di dirmi che io non capisco.
In effetti, è quello che ho pensato anche io quando sono arrivata all'ultima pagina.

Bella New York negli anni '20, si sa. Belli sono lo scintillio delle feste di Gatsby, gli abiti delle fanciulle, le luci, la musica, le grandi macchine rombanti.
Tutto è ricoperto di un luccicante strato di vernice sotto cui, però, intravediamo lo sporco. Guardando bene, lì dove la vernice è un po' saltata, fanno capolino le bische clandestine, gli alcolici venduti sotto banco e i pied-à-terre testimoni di amori marci. Ma a Fitzgerald tutto questo piace ancor più dei fasti e dello scintillio. Per quanto provi a fare la morale, si sente che lui è uno che in quello sporco ci sguazza. In quello sporco dove troviamo le persone vere, quelle che vivono veramente, amano veramente, soffrono veramente.
Una verità che nessuna vernice di questo mondo potrà mai coprire.
E chi non la vuole vedere, può solo far spallucce e voltarsi dall'altra parte.

Tutto molto bello, ve l'ho detto.
Ma senza anima.
Il prossimo mese, però, sceglierò un Dostoevskji. Sorseggiando Martini rosso.


5 Responses to Un classico al mese: Aprile

  1. Siboney2046

    Ad oggi ho sempre preferito Fitzgerarld a Dostoevskji e Il Grande Gatsby mi piace molto, l'ho letto molte vole e ci ho scritto più di un post!
    Comunque secondo me a Fitzgerald lo sporco non piaceva affatto, anzi, io in questo romanzo ho sempre letto un'amara critica verso quella categoria di persone che fa dello scintillio una filosofia di vita.

  2. Libraia Virtuale

    Insieme a "La versione di Barney" questo è uno dei libri più tristi che io abbia mai letto.
    Ci ho visto un senso di inutilità, in questo Gatsby che si ostina a fare di tutto pur di riprendersi Daisy, anche se sa benissimo che non ci riuscirà.


    Ho letto questo libro quando ero ragazzina e non l'ho mia più riaperto: mi mette troppa tristezza.

  3. Miss Cici

    @Siboney2046: Sono d'accordo con te, penso anch'io che Fitzgerald volesse aspramente criticare quelle persone che fanno di un fatuo scintillio una filosofia di vita. E' proprio questo che intendevo dire dicendo che lui, nonostante le mirabolanti descrizioni di cene, ville lussuose e macchine potenti, in verità apprezzava molto di più quel "lato" più povero, "sporco", ma più genuino e vero della società del tempo.
    Daisy, bella ma indifferente a tutto, non è affatto meglio di Myrtle, volgare ma autentica.
    Il marito di Myrtle, un povero meccanico, viene guardato con molto più affetto dallo scrittore che non l'arrogante Tom.
    Con il termine "sporco" intendevo proprio indicare una fetta di quella società che vive all'ombra dello scintillio, che potrebbe apparire meno bella, meno "pulita", ma è sicuramente molto più vera, proprio perché piena di difetti.
    Non so se sono stata in grado di spiegarmi bene, ma credo che tu e io la vediamo allo stesso modo! ;)
    Non sono un'esperta di Fitzgerald, questo è stato il primo libro che ho letto, ma in questo momento sto leggendo "Belli e dannati", proprio perché il suo modo di scrivere mi piace molto, e sto trovando questo secondo romanzo davvero molto bello. Che poi temi e ambientazione sono quasi gli stessi di Gatsby...
    @Libraia Virtuale: L'ho trovato anch'io incredibilmente amaro. La figura di Gatsby, che immaginavo scoppiettante, mi ha lasciato un grande amaro in bocca e un enorme senso di solitudine.

  4. Il Mondo di Dru

    Io l'ho letto a febbraio e non mi è piaciuto. Ci ho trovato un profondo senso di inutilità. Anche nella lettura. Dopo questo e Colazione da Tiffany devo dire che preferisco altri scrittori rispetto agli americani.

  5. Miss Cici

    @Il Mondo di Dru: devo dire che tu e io ci troviamo quasi sempre d'accordo! Quasi... Perché a me "Colazione da Tiffany" è piaciuto moltissimo!
    Però, anch'io non amo gli scrittori americani, salvo qualche rarissima eccezione.
    Gli inglesi rimangono i miei preferiti!